"Ora che il solo
dirsi addio
non é possibile
quel che ci resta
é vivere.
Testimoni
di un'assenza"


"Ancora
la sua assenza
son le nevi.
Lei
il disgelo."


"Come tetto viola
é la stupidità
protegge
e conclude."

Quasi una prefazione...di Attilio Wanderlingh

La più parte delle persone che ho incrociato nella vita sono da tempo dei professionisti affermati. E prima ancora di esserlo nel loro mestiere, lo sono nella vita. Sono, cioé, dei professionisti della vita perché hanno in tempo capito tutto o scartato come inutile ciò che non si arrivava a comprendere. Come il Re in Alice nel paese delle meraviglie che, di fronte alle enigmatiche scritte della fanciulla alla lavagna, spazientito conclude:"...se non hanno senso, meglio così: non perderemo tempo a cercarlo".Fabio Romano non é fra questi. Né nella vita, né nella scrittura. L'esistenza innanzitutto, che in Fabio mi appare di un tranquillo disordine: tranquillo, perché niente in lui é mai sopra le righe; disordine, perché per non smarrirsi continua a cercare in tante direzioni. Nella scrittura, poi, questa ricerca é totalizzante: o il lettore é disposto ad entrare nel gioco complesso di frasi ed aggettivi che si svelano solo se li si legge piano con gli occhi e con l'animo; oppure si é fuori da questo incontro, quasi relegato nella "stupidità che protegge e conclude", come recita un suo verso.Tuttavia ho nei confronti dei suoi scritti un qualche rimorso, non come lettore, ma come editore del suo romanzo "La carità di Giulia". Sento infatti di non avergli saputo procurare quel successo che la sua strordinaria ricerca storica e stilistica richiedeva. Poi mi chiedo: fino a che punto é un danno? Non é per caso preferibile che lui, forse io, e qualcun' altro si continui a lavorare così, nelle pieghe che la grande industria culturale lascia libere per un lavoro senza assillo di mercato, sia che si tratti di poche poesie o di cinquecento pagine di romanzo? Non sono domande di facile risposta semplicemente perché non é facile operare in questa nostra realtà dove ciò che non é successo o apparizione, é come se non esistesse tout court. Testimoniare che vivono ancora valori non riducibili a merce di scambio, vite non spendibili solo in desiderio di affermazione, parole dette nonostante tutto, libri scritti comunque, ecco questo ci aiuta a fare Fabio e la lettura delle sue righe.

Quasi una premessa...di Fabio Romano.

Che dire di queste poesie che mi hanno accompagnato, per lunghi anni, a tacito conforto della fatica di praticare il mondo?Posso dire, avendo dedicato alla parola tutta la mia vita, che se tocca, in fondo, al verbo giuridico imporre la verità ed a quello filosofico o narrativo spesso inseguirla, é solo l'accento della poesia che può affermarla. Quasi che, attraverso di esssa, la verità sappia irrompere nella vita, tanto da farla assurgere ad un senso ogni volta più chiaro ed alto. Non so quindi augurarmi che l'essere riuscito a spalancare, a mio modo onestamente...per dirla con Saba, qualche piccola porta.




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